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TESLA, McLaren & altro...
2/3/2019 Mentre tutte le principali Borse restano sui massimi del recupero
effettuato da inizio anno, in assenza di volatilità - attesa
ripresentarsi a breve - numerose notizie catturano l'attenzione degli
investitori. Innanzitutto la SEC che ha accusato Musk
di aver violato i termini dell' accordo fissato con l'agenzia di
regolamentazione che gli proibiva di inviare tweet che potessero
influenzare il prezzo delle azioni Tesla. Musk ha tweettato,
ed è chiaramente una battaglia contro l'ingerenza
dell'organismo di supervisione: il solo fare commenti come
amministratore delegato di una società pubblica quotata è divenuto ora inamissibile dalla SEC: non era mai accaduto, neppure in occasione
del problema sub-prime che pure aveva portato al fallimento numerose
banche ed all'azzeramento degli investimenti azionari. Non ci sono prove nel grafico di TESLA che evidenzino misleading a supporto di quanto asserito dalla SEC. E rimuovere Elon Musk
potrebbe essere molto più devastante per Tesla di qualsiasi tweet.
Ed ecco che - secondo quanto riportato dal Financial Times - il fondo
sovrano dell'Arabia Saudita Private Investment Fund (PIF) ha preso
accordi per proteggersi da un calo delle azioni
di Tesla, coprendo la maggior parte della sua quota del 4.9% (investiti
circa 2miliardi di dollari) in Tesla attraverso un accordo con i
banchieri JPMorgan Chase & Co. Negli ultimi mesi, il Fondo ha
deciso di investire oltre 1 miliardo di dollari nella start-up
di auto elettriche Lucid ed è in trattativa per vendere la sua
partecipazione nel produttore chimico Saudi Basic Industries. Corp. (per
un valore di cassa di circa 70 miliardi di dollari). Il settore auto è
effervescente anche in altri Paesi del Golfo:
il fondo sovrano del Bahrein è interessato ad un offerta pubblica
iniziale del Gruppo McLaren, anche se non ha fretta di vendere la sua
partecipazione di controllo nel produttore di supercar e nel team di
Formula 1
(mentre la McLaren con sede nel Regno Unito è sicuramente
influenzata dall'incertezza che circonda la Brexit e sta ridefinendo la
propria decisione di quotarsi). Altra notizia collegata al Medio Oriente è quella che
riguarda la olandese ARCADIS, società di consulenza nel settore
costruzioni, che ha registrato una perdita netta di 30,5milioni di
dollari per il 2018: i ricavi netti sono cresciuti del
3% nell'anno e mentre la maggior parte delle sue attività ha
registrato una performance soddisfacente, "le battute d'arresto in
Medio Oriente e Asia (cancellazione di un importante progetto) hanno
avuto un impatto negativo sui risultati". Tra
le news societarie, il gruppo minerario anglo-australiano
Rio Tinto ha annunciato di aver chiuso il 2018 con un utile netto annuo
record in aumento del 56% a 13,64 miliardi di dollari, favorito dalla
vendita di asset. Sulla base di tali risultati, il gruppo ha deciso di
distribuire agli azionisti un dividendo straordinario
di 4 miliardi di dollari=2,43 dollari per azione, oltre a un dividendo
ordinario a saldo di 1,80 dollari per azione. La compagnia ha anche
detto che completera' il buy back di 1,1 miliardi di dollari nell'ambito
del programma totale di riacquisto di azioni
da 3,2 miliardi entro la fine di febbraio 2020. Intanto a Piazza Affari è
Carige a tenere banco, con la presentazione del nuovo piano strategico
che prevede il raggiungimento del break-even già nel 2020, annunciando
altresi un aumento di capitale per 630 milioni
di euro. Per le proiezioni ed i target vi rimandiamo alla nostra analisi nella sezione "Azioni & Indici Report".
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